La nuova frontiera del bioprinting

E’ possibile costruire un organo più o meno complesso inserendo in qualche modo tutte le cellule del paziente al posto giusto ed avere non più una protesi ma un vero e proprio organo?
E’ la nuova frontiera e viene denominata bioprinting.
Le componenti del bioprinting sono:
- il biopaper che rappresenta il materiale di supporto dove vengono depositate le infusioni cellulari; è uno degli elementi principali per il funzionamento perché deve essere preparato in ragione della struttura tridimensionale che incide sulla funzionalità dell’organo;
- il biolink è il materiale che possiede le capacità funzionali dell’organo e che viene usato come inchiostro e depositato lì dove la struttura di “sostegno” del biopaper ha creato le condizioni come previste nel progetto di ingegneria tissutale. Questo materiale semiliquido cellulare è derivato dal paziente, amplificato e stabilizzato per renderlo idoneo al processo di stampa;
- il bioprinter la stampante che ha le capacità di gestire i primi due elementi combinandoli in formato 3D nel tentativo di ricostruire la struttura tridimensionalmente e biologicamente idonea a “lavorare” come l’organo di riferimento (fegato, osso, cuore, polmone che sia).
Ovviamente l’organo deve poi consolidarsi in attraverso un ambiente controllato.